Maria Laura Giacobello

LA PASSIONE DI PENSARE. (ANCORA SU HANNAH ARENDT)

ABSTRACT. La celebre tesi di Hannah Arendt sulla “banalità del male”, inteso quale realtà alimentata dalla pericolosa latitanza del pensiero, in quanto ordinaria capacità di giudizio, buon senso comune, continua oggi a suscitare scandalo. Questo saggio, ripercorrendo in rapida sintesi le tappe attraverso le quali matura la riflessione sul male di Hannah Arendt, tenta di chiarire come alla base dell’indignazione a tratti
sollevata da questa tesi si annidi fondamentalmente un equivoco: pensare al male come causato dall’assenza di pensiero non significa immaginarlo meno deplorevole, ma stigmatizza piuttosto la posizione di chi, pur essendo nel pieno delle facoltà di cui nasce dotato in quanto essere umano, non si è dato minima cura di esercitarle. Rinunciando al pensiero, pertanto, l’uomo abdica alla sua stessa umanità.

ABSTRACT. According to Arendt’s controversial thesis about “the banality of evil”, there is a clear relationship between the problem of evil and the failure of thinking and judgement. This popular theory still rises great issues about the nature of evil, but they originate from a misunderstanding of her thought. She really thinks that the absence of critical thinking causes a monstrous evil, because the faculty of judging is a fundamental vocation of man.

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