Elisabetta Di Giovanni

IL PLURALISMO RELIGIOSO COME ETICA CIVILE

ABSTRACT. Il saggio propone di assumere il pluralismo religioso come imprescindibile forma mentis della società contemporanea. Il dato di fatto è che le religioni, ancora oggi, scendono in guerra; talvolta accade anche che una rappresentanza religiosa degeneri la propria visione profetica in una prospettiva estremista e di prevaricazione nei confronti di un presunto nemico. Spesso i conflitti, mai sopiti, si riaccendono presentandosi con una nuova veste: la causa non è la differenza di credo o di dottrina; come evidenziato dal sociologo Enzo Pace, i conflitti diventano un dispositivo simbolico rilevante nelle politiche d’identità. Tuttavia, è dovere di un’ottica civile ragionare su una prospettiva propositiva e inclusiva per la costruzione del bene comune e della compresenza delle culture religiose. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto mediante due azioni: a) il riconoscimento di luoghi culti a tutte le religioni in contesto urbano; b) l’istituzione di una Consulta delle culture. Garantire un luogo di preghiera riconoscibile è fondamentale; in Europa vi sono numerosi esempi di convivenza religiosa che esplicitano l’unità umana pur nel rispetto della diversità culturale-religiosa. Inoltre, l’istituzione di una Consulta comunale delle culture rappresenta la buona pratica necessaria, nella città globale, per garantire il modello sociale e politico democratico, quale organo rappresentativo, consultivo e propositivo e dei cittadini immigrati, comunitari, extracomunitari e apolidi, regolarmente residenti in territorio comunale, che garantisce l’espressione plurale dei cittadini non autoctoni nella gestione della res publica, come esplicitazione di una consapevolezza collettiva di un mondo quotidiano di valori condivisi e non di paticolarizzazioni esaltate.

ABSTRACT. This paper proposes to think the category of religious pluralism as an essential mindset of contemporary society. Religions, even today, go to war; sometimes it happens that a religious representation turns its prophetic vision in an extremist perspective to be applied against a perceived enemy. Often conflicts, never dormant, come back on presenting a new look and the cause is not a difference of belief or doctrine; as evidenced by Enzo Pace (2004), conflicts become an important symbolic device in identity politics. However, it is the duty of civil perspective reasoning on a proactive and inclusive perspective for the construction of the common good and the compresence of religious cultures. The religious anthropology and the sociology of religion show that a possible way to ensure religious pluralism is made up of a democratic socio-political model. In our view, this objective could be achieved through two actions: a) the recognition of places worship to all religions in the urban context; b) the establishment of a Council of cultures. Ensuring a recognizable devotional place for prayers is essential. For strengthening religious pluralism, the multi-devotional or interfaith place has a key role. The sanctuary of Saint Rosalia in Palermo represents one significant example of religious coexistence in Europe that explicit human unity while exerting interfaith devotional practices of different confessions.

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