Pietro Emanuele

LA RETORICA OCCULTA DI LEIBNIZ

Anche se la maggior fama di Leibniz è affidata notoriamente alla sua produzione logica, matematica e metafisica, tuttavia è degno di attenzione anche il suo interesse per la funzione della retorica tra le attività intellettuali. Sebbene non sempre palese, esiste un Leibniz retorico sia in quanto egli stesso si è servito proficuamente di alcuni strumenti retorici, sia perché i problemi della retorica sono stati presenti nell’orizzonte dei suoi interessi sin da giovane, quando l’aveva studiata a Lipsia, insieme alla filosofia, sotto la guida di Jakob Thomasius. Non si tratta però solo di reminiscenze giovanili: è estranea al pensiero di Leibniz ogni condanna della retorica come di una attività ingannatrice che tenda a far passare per validi argomenti non degni di attenzione. Egli inaugura nel pensiero moderno una ripresa di quella considerazione positiva della retorica che era stata tipica di Aristotele. Ciò è dovuto sia alla sua attenzione verso le discipline valorizzate da Aristotele sia a una certa congenialità dell’argomentare retorico alla sua forma mentis. La stessa molteplicità di interessi che caratterizza il pensiero di Leibniz lo spinge a non racchiudersi nella uniformità di un pensiero esclusivamente logico, ma ad aprirsi anche a molteplici modi paralleli del pensiero. Si può quindi attribuire a Leibniz il merito di aver ritenuto la retorica una disciplina non trascurabile.

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