Luca Rimoldi

UN DISASTRO DI LUNGA DURATA. PRATICHE DI GESTIONE DEI RIFIUTI NEL SENEGAL CONTEMPORANEO

ABSTRACT. In questo articolo presento alcune riflessioni preliminari relative a una ricerca etnografica che sto conducendo presso la discarica di Mbeubeuss, inaugurata negli anni sessanta nella periferia di Dakar (Senegal). Interpreto la discarica come un fenomeno sociale dal profondo impatto ambientale che, negli anni, ha fabbricato relazioni socioeconomiche legate (direttamente e indirettamente) al trattamento dei rifiuti, contribuendo notevolmente anche ai processi di urbanizzazione dei Comuni limitrofi e al consolidamento di flussi migratori dalle regioni agricole del Paese. Le narrazioni pubbliche dipingono la discarica di Mbeubeuss come un ‘mondo chiuso’ e ‘parallelo’ alla realtà sociale in cui è inserito e, all’informalità delle pratiche di lavoro, viene fatta corrispondere una necessaria marginalità declinata in senso sociale, economico, politico. L’analisi etnografica che propongo intende mostrare gli usi sociali della catastrofe, mettendo in luce come la dicotomia bombe écologique ou source de vie non renda conto della complessità dei fenomeni sociali innescati dalla presenza della discarica sul territorio. Da una prospettiva antropologica, l’intreccio tra l’indifferenza delle politiche pubbliche – che depoliticizzano l’ambiente e la sua gestione – e il rimodellamento in termini economici e sociali ‘dal basso’ mostra come un evento catastrofico ‘di lunga durata’ non sgretoli necessariamente strutture sociali preesistenti. Tuttavia, il caso di Mbeubeuss rappresenta contemporaneamente la causa di una crisi ambientale e la possibilità per molti lavoratori di costruirsi una vita.

ABSTRACT. This article presents preliminary reflections on a research project I am conducting at the Mbeubeuss dump, set up in the 1960s in the outskirts of Dakar (Senegal). I approach the ‘dump-disaster’ as a social phenomenon with a substantial environmental impact. Over the years it has also given rise to socio-economic relations which are (directly and indirectly) caught up with the treatment of waste, thus contributing significantly to the urbanization of neighbouring municipalities and the consolidation of migratory inflows from the country’s agricultural areas. In public representations, the Mbeubeuss dump is depicted as a closed world that unfolds parallel to the social context in which it is located; the informality of working practices at the dump are seen as corresponding to inevitable social, economic and political marginality. In my ethnographic analysis I see to show how this disaster is put to creative use, arguing that the dichotomy bombe écologique vs source de vie fails to account for the complexity of social phenomena generated by the landfill’s presence. From an anthropological point of view, the intersection between the indifference characterizing public policies – that de-politicize the environment and its management – and ‘bottom-up’ moves to reshape economic and social processes shows that ‘long-lasting’ disasters do not necessarily undermine pre-existing social structures. However, Mbeubeuss represents both the cause of an environmental crisis and the opportunity for many workers to build a life for themselves.

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