Maria Irene Curatola

L’ESPERIENZA DELL’ESILIO NELLA VITA E NELL’OPERA DI KLAUS MANN

ABSTRACT: Klaus Mann, figlio di Thomas Mann, narratore e saggista, visse gran parte della sua esistenza in esilio. Nel 1933, anno dell’ascesa di Hitler al potere, lo scrittore tedesco, costretto dalle circostanze, abbandona la Germania, ormai nazista, e attraverso un’intensa attività pubblicistica si farà protagonista di una febbrile lotta di opposizione al regime. La sua drammatica esperienza dell’esilio e la sua autentica e lucida testimonianza delle lacerazioni di un’epoca tragicamente complessa possono essere considerate simbolo delle vicende di quegli intellettuali tedeschi ed europei che hanno mantenuto in vita la forza dell’impegno politico, la vivacità del pensiero dialettico e critico in un periodo storico dominato dalla violenza e dall’oppressione. L’esilio rappresenta per il giovane Klaus la svolta significativa che influenzerà la sua arte, le sue scelte, infine contribuirà alla sua prematura morte provocata da un’eccessiva dose di sonniferi il 21 maggio 1949.

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