Vincenzo Curatola

DEDICHE DAL ’900 A LEONIDA REPACI UNA PROSPETTIVA SULLO SCRITTORE CALABRESE

Entrando direttamente e immediatamente nel merito del testo per arrivare ad alcune considerazioni generali sul libro di cui ci occupiamo, mi sembra opportuno (ma questa è solo una delle tante modalità di approccio, poiché una delle caratteristiche e, posso tranquillamente dire, uno dei tanti notevoli meriti del libro è quello di sollecitare molteplici, feconde e interessanti prospettive di lettura) muovere da una breve analisi delle prime due dediche e dei relativi commenti e osservazioni di Salerno, commenti e osservazioni che costituiscono un vero apparato criticofilologico che accompagna le dediche. Le mie brevi analisi intendono cogliere quella che, a mio parere, è una connotazione essenziale che attraversa tutto il libro, connotazione che segna una originalità che sorprende favorevolmente e che è stata notata e apprezzata dalla critica. E alla definizione di questo aspetto intendo arrivare in maniera documentata e motivata, e a questo servono le osservazioni sulle due dediche di cui dicevo prima. Si tratta delle dediche di Ettore Romagnoli, studioso insigne del mondo antico e illustre critico teatrale, che accompagnano due libri (drammi satireschi e commedie moderne) che il grecista regala al molto più giovane ma già molto apprezzato amico.

Continua a leggere l’articolo