Filippo Violi

LA LETTERATURA GRECO-CALABRA IN EPOCA MODERNA E CONTEMPORANEA. LA CORRISPONDENZA TRA FRANCESCO TARRA E DOMENICO COMPARETTI (1864-1870).

L’arco temporale in cui si collocano la maggior parte degli autori che furono gli artefici della rinascita della cultura ellenofona e che seppero destare un interesse positivo per gli studi grecanici, va dalla seconda metà del 1800 alla seconda metà del 1900. Spiriti polemici, profondi conoscitori degli eventi storici, medici, abati e intellettuali ebbero il grande merito, al di là dei personali convincimenti e da diverse angolazioni, di fare da sfondo ai ricercatori e agli studiosi stranieri e da esempio a quanti, dopo di loro, intesero mantenere vivo questo microcosmo sparente della grecità calabrese. Il rinnovato interesse per la grecità calabrese e per le testimonianze letterarie dei Greci di Calabria spinge ormai da tempo i ricercatori ad approfondire l’indagine su tanti fatti fino ad oggi trascurati o sottolineati, a volte, velocemente dai vari studiosi. È quasi unanime la tradizione, tanto da essere diventata ormai quasi un luogo comune, che a parlare il greco nei nostri paesi, negli ultimi due secoli, fossero soltanto i pastori. A noi non pare essere esattamente così la cosa. Se infatti fino a ieri si poteva affermare che la maggior parte della produzione letteraria e poetica ellenocalabra era riferibile ad un mondo popolare, oggi possiamo altresì affermare, con dati di fatto, che l’uso abituale della lingua greca e le
composizioni poetiche non appartenevano soltanto al popolo.

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