Vincenzo Cicero

HYPPOLITE COMMENTATORE DI HEGEL

È arte di contenere a mente, il commento. Anzitutto di saper ritenere e con-tenere in memoria i tratti via via salienti del discorso tenuto nel Libro, schizzandone contestualmente note, schemi e disegni per un loro puntuale richiamo alla mente. Personale più che informale, si potrebbe chiamarlo momento del rammento. Secondo, il commento è meditazione, riconsiderazione attenta del con-tenuto entro la rete di relazioni che lo concernono e compongono. Una specie di ricostituzione del sistema da cui soltanto i tratti con-tenuti ricevono piena significanza. Momento del ripensamento. Terzo, il commento è trattamento peculiare del con-tenuto, riconfigurazione di esso in vista della sua trattazione pubblica. E poiché ogni figura risulta sempre da fingimento, qui il contenuto è esposto a tutti i possibili favori e inconvenienti di quando la mente sta mentendo – invenzione e dissimulazione, stratagemma ed espediente, entimema e sofisma ecc. Momento del trattamento. Quarto, il commento è atto ermeneutico per eccellenza, con versante scrittorio incorporato. E un vero commento non si limita a essere esegesi parafrastica, ma, proprio perché è riconfigurante per struttura, esso ospita entro sé interpretazioni nuove, glosse ricreative a margine che si librano e sospendono, fino eventualmente a diventare a loro volta libro accanto al Libro. Interpersonale per eccellenza, è il momento del libramento.

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