Rosalia Cavalieri

ASPETTI ONTOGENETICI DELLA COMUNICAZIONE OLFATTIVA

ABSTRACT. A lungo denigrato dalla filosofia, trascurato dalla ricerca scientifica e, in particolare, dalla psicologia, tenacemente radicate in una prevalente mentalità visivoacustica, solo da qualche decennio l’odorato ha riscosso l’attenzione che merita. Gli scienziati ne hanno, infatti, scoperto l’importanza per la nostra specie, riconoscendone lo statuto cognitivo e le funzioni socio-culturali. Quanto allo sviluppo della sensibilità olfattiva, alcune evidenze empiriche dimostrano in che modo gli esseri umani traggano effettivamente dagli odori informazioni utili a regolare il comportamento e attestano le molteplici funzioni psicologiche e semiotiche cui per l’appunto gli odori assolvono nel corso dell’ontogenesi neonatale e addirittura prenatale. Tali evidenze individuano proprio negli albori della nostra ontogenesi un osservatorio privilegiato per scrutare l’esordio della socialità e della cognizione e i primi processi di formazione del significato. Se è vero che, pur essendo classificati tra gli animali microsmatici (quelli, cioè, dotati di un odorato meno sviluppato e dunque meno incidente sui comportamenti), gli uomini vedono tuttavia la loro esistenza costantemente scortata dagli indici olfattivi, sembra lecito chiedersi in quale misura noi impieghiamo gli odori corporei per comunicare (più o meno consapevolmente) con i nostri simili e in quale misura, a loro volta, gli odori condizionino i nostri comportamenti sociali e le nostre relazioni psico-affettive. Interessate, da una parte, a una più generale riflessione sulla formazione del senso prelinguistico (di solito poco considerato dalla ricerca semiotica, ancora fortemente ancorata a quel modello verbocentrico che tende a risolvere il significato linguistico nel significato tout court) e attente, dall’altra parte, alle ricerche psicologiche sulla competenza sensoriale prenatale e postnatale, le pagine di questo contributo vorrebbero appunto mostrare il ruolo della comunicazione olfattiva nella relazione inaugurale che lega la madre al suo bambino, il ruolo cioè di quella forma di semiosi preverbale attiva già dalla vita prenatale grazie a quella precocità strutturale e funzionale che è una caratteristica peculiare dell’olfatto.

Continua a leggere l’articolo