Patrizia Panarello

IL SOGGETTO POST-MODERNO. UNA PROSPETTIVA PEDAGOGICO-INTERDISCIPLINARE

L’idea che il post-modernismo – da Michel Foucault ai più contemporanei Cultural Studies – abbia decretato la morte del “soggetto” sembra essere divenuta parte integrante del discorso corrente delle scienze umane e sociali, pedagogia compresa. In questo breve scritto vorrei provare a delineare dei tratti di tale percorso, indicando alcune delle possibili strade conoscitive che, anche nel campo pedagogico, la critica postmoderna del soggetto sembrerebbe aprire. Se guardiamo allo scenario generale delle scienze sociali dell’ultimo quarto del Novecento e ai modelli teorici che li hanno connotati, un posto nodale occupa Michel Foucault che, fin dai primissimi anni Settanta, inizia ad occuparsi della questione della costruzione dei soggetti, ovvero del modo in cui i soggetti vengono prodotti e assoggettati nei vari regimi di potere e conoscenza. In uno dei suoi scritti, lo studioso francese parla di “tre modi di oggettivazione che trasformano gli esseri umani in soggetti”: le modalità di ricerca della scienza; le pratiche di divisione, ovvero le classificazioni sociali di base che dividono, ad esempio, l’insano dal normale; e il modo in cui l’essere umano trasforma se stesso in soggetto, ad esempio, come gli esseri umani imparano a riconoscersi quali soggetti sessuali . Il suo è un discorso di ordine storico-filosofico, interessato alla ricostruzione di alcune grandi rotture epistemiche interne alla storia dell’Occidente.

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