Antonino Laganà

DALLA METAFISICA ALLA FEDE

Per cercare di prospettare in maniera proficua il rapporto intercorrente tra «metafisica» ed «ermeneutica», appare d’uopo una preliminare chiarificazione semantica del contenuto dei termini in questione, essendo evidente che tali termini, da un lato, hanno acquisito ed espresso nel corso del tempo o a volte anche nel medesimo tempo e nel corpo di filosofie diversamente orientate punti di vista ed esigenze non sempre sovrapponibili o compatibili e, dall’altro, possono essere ulteriormente fecondati per significare prospettive innovative o in modo nuovo articolate. In ogni caso, quale che ne sia la peculiare determinazione, sembra doversi affermare che né la «metafisica» può ignorare l’«ermeneutica», né, reciprocamente, l’«ermeneutica» può ignorare la «metafisica». La «metafisica», infatti, nel suo significato tradizionale generico di «scienza dell’essere», non può ragionevolmente prescindere – come l’esperienza storica conferma – da una interpretazione, culturalmente più o meno soggettiva, dell’«essere», così come l’«ermeneutica» non può sopravvivere né avere senso in difetto di un «essere» o una «realtà» quale che sia, da intendere secondo i modi e le metodologie assunti dalla stessa attività interpretativa.

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