Anna Maria Milone

IL MODULO LETTERARIO: UNA NUOVA ESPERIENZA FORMATIVA

L’insegnamento della letteratura in lingua straniera pone una duplice sfida: al versante dell’analisi letteraria aggiunge quello della lingua in cui i testi sono veicolati. La tradizionale scansione temporale applicata allo studio della letteratura nel triennio del liceo prevede la somministrazione di testi medievali e del 1400-1500 ad allievi di 16 anni, che, nella più fortunata delle ipotesi, si cimentano nello studio della lingua straniera in questione da appena 5 anni, o addirittura solamente da 2. La difficoltà che tali testi rappresentano per i fruitori è disarmante, la conseguenza è disastrosa, sia sul piano dell’apprendimento che su quello dell’interesse per la disciplina e lo studio in senso lato. Laddove la didattica si spende per mettere a punto procedimenti psicologicamente e socialmente fondati, lo scontro è inevitabile di fronte ad una tradizionale suddivisione diacronica. La programmazione modulare applicata all’insegnamento della letteratura in lingua straniera sembrerebbe ovviare a questo problema; in tal senso è necessario fare ricorso ad una pianificazione dettagliata: una bussola all’interno di un percorso apparentemente poco lineare, sicuramente alternativo. Il modo di intendere questo tipo di didattica esula dalla mera gestione dell’ora di lezione, ma si amplia nella rilevanza che le risorse disponibili hanno per gli allievi e di come essi possano essere orientati al loro utilizzo. Una buona didattica si misura nella qualità e nella quantità di competenze che tutti gli studenti riescono a conseguire e a capitalizzare. La modularità è una strategia altamente flessibile che pone l’accento sulla centralità delle attitudini e delle capacità personali degli studenti; le sue caratteristiche formali e strutturali consentono di stabilire delle direttive atte a rendere il percorso confrontabile e spendibile in qualsiasi contesto.

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