Giuliana Gregorio

NATURA E MITO: LUOGHI DEL MEDITERRANEO IN FRIEDRICH GEORG JÜNGER

La peculiare concezione della natura di Friedrich Georg Jünger (1898-1977) si dispiega tra due estremi opposti: l’origine mitologica, a cui è dedicato il suo importante volume del 1947, Griechische Mythen, e il paesaggio “titanico”, irrimediabilmente devastato e sfigurato, della tecnica moderna, così efficacemente descritto nelle pagine della sua opera teorica maggiore, Die Perfektion der Technik (1939, 1946). Vorremmo qui provare a delinearne i tratti essenziali per una via in parte indiretta, ovvero attraverso l’analisi di due – per lui fondamentali – esperienze di viaggio nel Mediterraneo: la prima sulla costa dalmata, nel 1932, letterariamente trasfigurata nel racconto del 1949 Dalmatinische Nacht; la seconda in Sicilia, alla fine degli Venti, che è al centro del resoconto, scritto in forma epistolare, Briefe aus Mondello (1930, 1943). La domanda-guida di quest’analisi è la seguente: può il viaggio verso Sud, l’immersione simpatetica nella multiforme bellezza delle coste mediterranee, dischiudere ancora per gli uomini dell’epoca della metafisica compiuta l’accesso all’essenza originaria e ‘intatta’ della natura? O questa esperienza è – almeno tendenzialmente – interamente consumata e irrevocabilmente smarrita?

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