Deborah Donato

WITTGENSTEIN: MATEMATICA, LINGUAGGIO E REGOLE

«Che cosa si nega alla matematica dicendo che è soltanto un gioco?». Caratteristica dello stile wittgensteiniano è il suo incedere in modo apparentemente leggiadro, con spezzoni di discorso, interrogativi innocenti, un periodare breve e spesso quasi banale. La domanda qui posta ad epigrafe appartiene a questo genere di interrogativi ingenui, lasciati cadere quasi per distrazione. «Che cosa si nega alla matematica dicendo che è soltanto un gioco?». Nei suoi appunti, poi, Wittgenstein aggiunge: «Un gioco in contrapposizione a che cosa? – Che cosa si attribuisce alla matematica dicendo che le sue proposizioni hanno senso?»2. La seconda domanda, anch’essa in apparenza ingenua, è già più insidiosa della prima; la scrittura frammentaria di Wittgenstein risponderà solo molte pagine dopo, e in maniera non immediatamente diretta, ma la risposta che noi possiamo subito dare al secondo interrogativo è presto detta: «In contrapposizione alla fede ontologica nella matematica».

Continua a leggere l’articolo