Gilson Bavaresco, Everaldo Cescon

MOTIVI E MOTIVAZIONE (1911) NELLA FENOMENOLOGIA DELLA VOLONTÀ DI ALEXANDER PFÄNDER

ABSTRACT. La volontà e la motivazione sono argomenti basici della filosofia dell’azione, dell’ètica, della psicologia e dell’antropologia filosofica. Qui s’intende presentare e discutere la rilevanza di Motivi e Motivazione di Alexander Pfänder che dà un nuovo orientamento di analisi nel XX secolo partendo di un approccio fenomenologico della volontà. Pfänder identifica una classe di fenomeni della coscienza che sono quelli dell’inclinazione dell’io verso gli oggetti e manifesta metaforicamente i “movimenti” che si realizzano in questa relazione dell’io con l’oggetto dell’inclinazione (o di inclinazione negativa). Pfänder distingue il carattere cieco delle inclinazioni in generale dal carattere consapevole della volontà, poiché questa, come atto spirituale, si caratterizza dalla verifica dello stesso atto e possiede la consapevolezza di un progetto realizzabile e ad essere realizzato da un’azione propria. In questo senso l’atto di volontà motivato si distingue essenzialmente dell’inclinazione perché in ciò l’io ascolta internamente o spiritualmente una richiesta pratica che l’oggetto li propone, la riconosce, l’approva cognoscitivamente e, infine, riconosce praticamente una condotta che si propone a realizzare in modo che ciò su cui si fondamenta l’atto di volontà è denominato motivo. La relazione di motivazione, infatti, sorge come critica al modello causalista perché codesto sarebbe insufficiente nel chiarimento e comprensione del senso delle azioni volontarie e libere della persona. La concezione di motivo influirà la fenomenologia di Husserl e di Stein, essendo potenziato da questi pensatori, ben come avrà impatto sull’ermeneutica fenomenologica.

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